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Il cuore a Siquijor

E così siamo già arrivati all’ultimo giorno del 2012. La giornata si prospetta anche oggi alla scoperta di quest’isola che ci ha accolti e abbracciati come fossimo suoi figli. Marco si sveglia all’alba e perlustra la spiaggia che con la bassa marea sembra più una palude dove si affonda fino alle caviglie. L’attività principale a quest’ora consiste nella raccolata dei ricci di mare. Quando torna, dopo  una breve colazione,  noleggiamo le moto e partiamo verso sud, risalendo poi sulla costa est.

In secca

In secca

Bassa marea

Bassa marea

Caccia al riccio

Caccia al riccio

Ci fermiamo prima in un resort che ci hanno consigliato per la festa di fine anno, ma lo scartiamo perchè il prezzo della cena è alto, l’ambiente è fighetto e gli ospiti non sono allineati esattamente al nostro mood!

Ripartiamo fino ad arrivare alle porte di Lazi, nella provincia adiacente a San Juan: qui troviamo sulla strada una piscina di sorgente sovrastata da un albero secolare enorme. Sembra di essere in una foresta incantata, o in qualche luogo magico visto solo nei film fantasy. I bambini si divertono a nuotare e a nascondersi tra le radici dell’albero.

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Nascondino

Proseguiamo e giungiamo a Lazi, dove ci fermiamo per dare un’occhiata al convento e la chiesa di San Isidro: la sua bellezza è la decadenza. Abituati a vedere templi e chiese tirati a lucido, questa ci colpisce per l’intonaco scrostato, le teche con i santi tutte storte, il soffitto con qualche buco. È affascinante in questo senso, lo hanno lasciato così come l’avevano costruito alla fine dell’800.

Da qui prendiamo una strada secondaria che ci porta alle Cambugahay falls: un altro paradiso nel paradiso! L’acqua è di un azzurro intenso e saltella di vasca in vasca allegramente. Noi 3 donne non abbiamo dubbi e ci tuffiamo impavide, mentre i due maschietti ci osservano dalla riva. L’acqua non è fredda e le cascate sono un idromassaggio naturale: spenderemmo volentieri più di un’ora a mollo, ma la fame chiama. Ci indicano l’unico locale vicino al porto: sull’insegna campeggia un pacifico maiale. Io assaggio la frittata di melanzane e gli involtini primavera in versione filippina, cioè con verdura e molto più lunghi rispetto a quelli classici. Sul finire del pranzo vediamo arrivare, trasportato su una moto, il famigerato maiale dell’insegna: viene posizionato sul tavolo e tagliato in due punti da un omone col machete. Lo spettacolo non è dei migliori, perciò ci muoviamo e facciamo un giro della città, o meglio, delle due vie principali. Al mercato spopola il pesce, io invece mi compro un gelato in farmacia (sì, in farmacia!). Fa davvero molto caldo oggi, riprendiamo le moto e andiamo a Kagusuan beach, a cui si accede da una ripida scaletta. É una spiaggia piccola, una baia in cui vediamo i pescatori tornare con le loro barche dalla giornata lavorativa. Qui il fondale sembra prestarsi meglio al bagno, ma in realtà anche qui bisogna spingersi in là perchè si alzi, e ci sono i soliti ricci di mare!

Ci muoviamo in fretta per non trovare il buio al ritorno, la destinazione è Salagdong beach, in cui finalmente la marea non dovrebbe essere un problema. Ma prima di giungere, sulla strada, la nostra moto muore: dopo alcune analisi, concludiamo che c’è qualche problema con la benzina, per cui Clio e Claudia tornano indietro e ci portano una bottiglia di green gasoline. Giungiamo alla spiaggia, che fa parte di un complesso che pare in ristrutturazione: qui davvero l’acqua è stupenda e avvistiamo anche una tartaruga, che fa capolino ogni tanto con la testa e il corpo. Claudia è l’unica che si tuffa, ma si sta facendo buio e torniamo verso San Juan dalla stessa strada percorsa. Non è il massimo viaggiare col buio, qui l’illuminazione sulla strada non c’è e alcune parti sono senza asfalto (anche se, in generale, devo dire che le strade sono le migliori trovate finora), ma arriviamo a casa sani e salvi.

Rosso di sera

Rosso di sera

Dobbiamo organizzarci per capodanno! Ordiniamo la cena che ci viene recapitata direttamente ai bungalow, e mangiamo sul tavolo con intorno la capannina di paglia… che cenone singolare!

Happy new year!

Happy new year!

Il menu non può non essere a base di pesce. Concludiamo con un cocktail casalingo di rhum e succo di ananas. A cinque minuti alla mezzanotte ci spostiamo di un centinaio di metri e assistiamo ai fuochi d’artificio dell’altro resort, imbucati come i filippini lì intorno (ma si sta molto meglio fuori con loro, che dentro con i turisti). Ma noi vogliamo qualche festa con i locals, così riprendiamo le moto (noi tre ragazze insieme sullo scooter, come i filippini, mentre Marco porta Filippo sull’altra) e andiamo a Siquijor, dove ci dicono di una festa in piazza. Dopo alcuni giri, ci accodiamo a un gruppo di adolescenti tamarri che sgasano per le vie del centro, e finiamo nella festa al campo di basket, alzando la media dell’età. La musica è, ovviamente, tamarra, ma ci divertiamo, anche se io vorrei stare distesa a letto dal sonno che ho! Tornando a casa Claudia e Filippo bucano (non è che qualcuno ci ha tirato il malocchio?!?), così fermiamo un signore che porta Filippo con lui, mentre Claudia prosegue pian piano da sola, e noi altri tre sull’altra moto. Ce ne andiamo a letto comunque contenti, mentre Claudia, Clio e Filippo fanno il bagno in mare.

Il primo giorno del 2013 scorre tranquillo, giusto il relax necessario per riprenderci dai bagordi: un po’ di piscina, il bucato, la spiaggia, cosa chiedere di meglio? La serata riserva però una sorpresa, l’ennesima da quando siamo qui: ci dicono che alle 21 ci sarà il concorso di Mister Macho Gay. Incuriositi al massimo, andiamo a vedere di che si tratta, e restiamo a bocca aperta: su un palco più o meno improvvisato il presentatore simpaticissimo fa sfilare i cinque partecipanti: uomini vestiti da donna che devono affrontare più prove, di fronte ai cinque selezionati della giuria. Dallo sfilare in costume, al raccontare barzellette, alla sfilata in passerella con abiti da sera. Il tutto viene seguito da grandi e piccini, che urlano e tifano come se fossero allo stadio. E pensare che qui la chiesa regna sovrana, in Italia non si potrebbe mai organizzare un evento del genere! Divertiti e straniti per questo strano spettacolo, torniamo ai bungalow.

Così riprendiamo le energie per il nostro ultimo giorno a Siquijor: noleggiamo di nuovo la moto e ci lanciamo nella parte dell’isola che ancora ci manca, quella a nord est. Di chilometro in chilometro troviamo paesaggi che alternano spiagge e mare a colline piene di vegetazione. Tutti nei villaggi ci regalano sorrisi e saluti: qui credo che raggiungiamo un picco di cordialità e disponibilità forse maggiore che quelle trovate in Cambogia e Laos.

Overbooking

Overbooking

Pesce on the road

Pesce on the road

Prospettive differenti

Prospettive differenti

Fertilizzando

Fertilizzando

Ci incrociamo per il pranzo con gli altri, che nel frattempo stanno visitando alcune proprietà per il loro progetto per il futuro. Nel pomeriggio non riusciamo a esplorare come vorremmo i luoghi perchè si alternano scrosci di pioggia a temporali, così torniamo. Anche perchè alle 17.30 mi aspetta un fantastico massaggio con Junel! In realtà non pensate a relax e benessere, piuttosto a dolori intensi e continui! Mi aveva avvertito, però così no, non si fa, io sono in vacanza! Lui unisce anche principi di riflessologia e fisioterapia, mi dice cose che corrispondono perfettamente al mio stato fisico, e io resto stupefatta. Nel frattempo arriva un temporale forte, che riprende dopo cena per continuare tutta la notte (insieme alle stelle in cielo se ne va anche l’elettricità). Ci piange il cuore dover lasciare quest’isola, restano ancora luoghi da vedere e sorrisi da incrociare, ma dobbiamo ripartire, per trascorrere un giorno a Cebu e poi dirigerci a Bangkok per gli ultimi giorni. Lasciamo il cuore in questo angolo di paradiso, che ci ha accolti e avvolti con i suoi misteri e le sue bellezze. Lasciamo l’isola in una mattina di tempesta, con un vento che spazza il porto, ma per fortuna ci permette di partire (non vi dico che bel viaggio col mare in burrasca!).

Specchio delle mie brame

Specchio delle mie brame

Same same but different

Same same but different